Le detrazioni fiscali per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici sono state prorogate ed estese dal governo Renzi, che attraverso il cosiddetto Dl Casa ha voluto stimolare un settore, come quello delle ristrutturazioni edilizie e quelli correlati dell’arredamento e degli elettrodomestici, che hanno sofferto molto la crisi di questi anni, forse più di tutti. Gli incentivi sono stati, pertanto, prorogati al 31 dicembre 2014 ed estesi anche per gli anni seguenti, grazie alla legge di stabilità.
Il decreto ha introdotto una novità importante, che riguarda le detrazioni per i mobili e gli elettrodomestici, che non sono più rapportate alla spesa effettuata per le ristrutturazioni edilizie. In sostanza, è stato eliminato il vincolo, per cui la spesa per l’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici non poteva superare quella effettuata per ristrutturare l’immobile, per i quali fungevano da complementi d’arredo.
Restano in vigore gli altri limiti, pari a 96 mila euro per le ristrutturazioni, mentre gli acquisti di mobili ed elettrodomestici possono essere detratti fino a una spesa massima di 10.000 euro al 50% in 10 anni, per cui il contribuente potrà detrarre ogni anno 500 euro, se lo richiede in sede di dichiarazione dei redditi, per un ammontare massimo di 5.000 complessivo. E’ stata sventata così l’ipotesi di vedere ridurre le percentuali da detrarre neL 2015, mentre il taglio dovrebbe arrivare nel 2016.
A questo punto, chiediamoci quali acquisti sono detraibili. Lo sono quelli relativi ai mobili e ai grandi elettrodomestici, la cui spesa sia stata sostenuta in data successiva a quella della ristruturazione dell’immobile, rispetto al quale fungono da arredo. Questo, perché se i mobili e gli elettrodomestici sono l’arredo dell’immobile che si ristruttura, allora il loro acquisto deve essere legato temporalmente alla data della ristrutturazione e deve essere successivo ad essa. Tuttavia, sarà sufficiente che i mobili e gli elettrodomestici siano acquistati prima dell’inizio dei lavori, non anche del loro completamento.
Per fare un esempio concreto, possono detrarsi le spese per l’acquisto di letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi e apparecchi per l’illuminazione, ovviamente che servano per arredare l’immobili ristrutturato. Non si possono detrarre, invece, le spese per l’acquisto di porte, tendaggi, pavimentazioni (ad es., il parquet), tende, etc.
Possono essere detratte anche le spese per l’acquisto di elettrodomestici che siano di classe energetica almeno A+, oppure A per i forni, relativamente alle apparecchiature per cui è prevista la classificazione energetica. Ad esempio, si potranno scaricare dalle imposte frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, fondi a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, piastre riscaldanti, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.
Precisiamo che possono essere detratte solo le spese per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici nuovi, visto che l’intento della norma, come da precisazione dell’Agenzia delle Entrate, risiede nell’incentivare le vendite in settori profondamente colpiti dalla crisi, oltre che di spingere all’acquisto di elettrodomestici a risparmio energetico, quindi, più efficienti nel consumo di energia elettrica. Per questo, non sono detraibili gli acquisti di mobili ed elettromodestici di seconda mano.
Un’altra precisazione riguarda gli acquisti di mobili ed elettromesticI, che fungono da arredo alle parti in comune dei condomini, le cui spese di ristrutturazione possono essere ammesse in detrazione per legge. Ma l’Agenzia delle Entrate ha spiegato che non possono essere anche detratte le spese relative ai mobili e agli elettrodomestici inerenti le singole unità immobiliari.
Un aspetto non meno importante riguarda le modalità di pagamento, che ammettono la detrazione delle spese. Sia per le spese di ristrutturazione che per quelle relative agli acquisti di mobili ed elettrodomestici, il pagamento deve avvenire con bonifico bancario o postale, o anche con l’uso di una carta di credito o di debito. Non possono essere utilizzati gli assegni circolari e il contante. Se si usa un bonifico, bisogna riportare la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale e il numero di partita IVA di chi riceve il pagamento.
Il periodo corto non è ammesso nemmeno per le categorie di contribuenti più anziani, come gli over 75 o 80. Pertanto, l’ammortamento avverrà sempre in 10 anni e per le spese, vale il principio di cassa, ossia si intendono effettuate nel momento in cui avviene il pagamento.
Per verificare se l’acquisto di mobili ed elettrodomestici sia avvenuto prima o dopo la data di ristrutturazione dell’immobile, rispetto al quale fungono da arredo, si fa affidamento alle autorizzazione amministrative, ove previste per il tipo di ristrutturazione, o alle comunicazioni preventive inviate all’Azienda Sanitaria Locale. Se il tipo di ristrutturazione non richiede alcuna autorizzazione, è ammessa una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
Ulteriori chiarimenti: fare attenzione ai limiti previsti dalla legge per detrarre le spese per gli acquisti di mobili ed elettrodomestici. Ad esempio, se due persone intendono andare a convivere e lei acquista l’arredo, mentre lui ristruttura casa, lei non potrà detrarre dalle imposte le spese effettuate, perché il beneficiario deve coincidere con la persona che beneficia delle detrazioni per la ristrutturazione dell’immobile. E, infine, si precisa che i 10.000 euro detraibili si riferiscono alle spese per i mobili e gli elettrodomestici, non computate all’interno dei 96.000 euro massimi detraibili per le spese di ristrutturazione.