Chi decide di iniziare un’attività imprenditoriale deve mettere in conto che dovrà affrontare alcune spese iniziali. Esse dipendono anche dalla veste societaria che si intende dare alla propria attività, ossia se costituirla in forma di impresa individuale, di persone (società semplice, in accomandita semplice, in nome collettivo) o di una società di capitali (spa, srl, sapa, cooperative). La scelta non dovrebbe mai essere affidata al caso, ma sarebbe opportuno, per non dire d’obbligo, lasciarmi almeno consigliare da un commercialista, il quale, sulla base della sua esperienza, oltre che delle conoscenze in materia, potrà suggerirci l’opzione mogliore, sia in termini di flessibilità gestionale, sia di costi iniziali e di esercizio.
Ovviamente, il solo ricorso alla consulenza del commercialista comporta un costo in sé, che mediamente può essere stimato in un minimo di 300 a un massimo di 1.000 euro.
Se si desidera costituire una società individuale, non è necessario redigere un atto davanti al notaio, cosa che deve essere fatta per le società di persone o di capitali. Nel caso di una società di persone, il costo dell’atto notarile dipende dal capitale sociale e varia dai 500 ai 1.200 euro. Per gli atti redatti per costituire una società di capitali (spa, srl), invece, tale costo lievita, partendo da un minimo di 1.300 euro.
Per tutti, esistono costi fissi, come quello per l’imposta di bollo forfetaria di 156 euro e di registro di 168 euro.
Le nuove imprese, siano esse del tipo individuali o società, devono iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio territorialmente competente, nella sezione Ordinaria o Speciale. Anche questo passaggio comporta dei costi, ossia i diritti di segreteria da sostenere per l’iscrizione e dal diritto annuale, ovvero da pagare ogni anno per rimanere iscritti.
I diritti camerali per le imprese individuali, per l’iscrizione al Registro delle Imprese ammontano a 18 euro, il diritto annuale è di 88 euro per la sezione Speciale e di 200 euro per la sezione Ordinaria. Per le società di persone, i diritti camerali per iscriversi ammontano a 90 euro e il diritto annuale a 200 euro. Infine, per le società di capitali, l’iscrizione è di 90 euro e il diritto annuale di 200 euro.
Si consideri anche che la tenuta della contabilità di un’impresa, del bilancio e le dichiarazioni tributarie sono generalmente affidate a un commercialista, che spesso riceve per ciò un compenso fisso annuo legato al fatturato. Anche questo, quindi, è un altro costo di esercizio da tenere in mente.
Tra i costi da considerare ci sono anche quelli previdenziali. Essi sono legati in misura percentuale al reddito dell’imprenditore e alle retribuzioni lorde versati ai dipendenti e ai familiari collaboratori. Tuttavia, nel caso di attività artigianali e commerciali, esiste anche un livello minimo contributivo, sotto il quale non è possibile pagare, anche se non si raggiunge il reddito minimo previsto. Per gli artigiani, i contributi minimi da versare all’Inps sono pari a 3.200,96 euro all’anno; per i commercianti di 3.187,53 euro.
Questo significa che anche quando, per ipotesi, il reddito prodotto dall’impresa nell’anno fosse pari a zero, questi contributi dovranno essere pagati lo stesso.
Nel caso di una ditta individuale, bisogna altresì aprire la partita IVA entro 30 giorni dall’inizio dell’attività e richiedere la smart-card personale alla Camera di Commercio o a un altro ente incaricato. Se per queste operazioni ci si avvale di un intermediario, ad esempio, di un commercialista, bisogna inserire tra i costi di apertura di un’attività anche il compenso relativo, oltre ai 18 euro per il supporto telematico della Camera di Commercio, i 17,50 euro per la marca da bollo relativa al supporto telematico. Il costo è maggiorato di 9 euro per le imprese installatrici di impianti, di autoriparazione, di pulizia e di facchinaggio. I costi lievitano per le società di persone e di capitali e dipendono in buona parte dalla regione di appartenza della Camera di Commercio a cui ci si iscrive.
Non dimentichiamo, poi, che per costituire una società per azioni (spa) serve un capitale minimo di 100.000 euro, mentre per costituire una srl (società a responsabilità limitata) ne bastano 10.000. Inoltre, entrambe le forme societarie prevedono la presenza di organi, come il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale. Quest’ultimo non è obbligatorio per le srl costituite con un capitale sociale non superiore ai 100.000 euro. E ovviamente si tratta di ulteriori compensi da corrispondere ai consiglieri di amministrazione e ai sindaci, che aggravano i costi annui dell’attività. Da non sottovalutare anche la maggiore complessità dei livelli decisionali, per cui è opportuno scegliere queste vesti giuridiche se si prevede seriamente di registrare un fatturato cospicuo.
Da notare, infine, come di recente la legislazione ha consentito la costituzione di una srl semplificata per i titolari di età fino ai 35 anni. Il capitale necessario, in questi casi, potrà essere anche solamente di un euro. Va detto, però, che restano tutti gli altri costi sopra indicati e che difficilmente una società senza capitali otterrà credito dalle banche e fiducia dai fornitori.