In questa guida spieghiamo come funziona la reazione Equitalia e spieghiamo di trovare il modello di istanza. Le cartelle esattoriale inviate da Equitalia, l’agente di riscossione, possono essere rateizzate. Vi mostriamo adesso, in sintesi, come e quando il debito con il Fisco potrà essere dilazionato nel tempo. Per prima cosa, bisogna distinguere tra le cartelle che abbiano come destinatario una persona fisica e quelle rivolte alle persone giuridiche.
Sono quattro i tipi di rateazione previsti da Equitalia, il piano ordinario con durata massima di 72 rate mensili; il piano ordinario in proroga con 72 rate mensili aggiuntive; il piano straordinario con durata massima di 120 rate e il piano straordinario in proroga con 120 rate mensili aggiuntive per le situazioni di maggiore difficoltà.
L’importo minimo della rata mensile è fissato in 100 euro al massimo, sulla base del grado di difficoltà economica del contribuente. A tale proposito, si fa riferimento al reddito del nucleo familiare, che potrà essere dedotto dall’Isee o l’Isr o ancora prendendo spunto dai dati riguardanti la concessione del primo piano di rateizzazione. Qualora il nucleo familiare abbia registrato un deterioramento della propria situazione economica, tale per cui la rata inciderebbe in misura superiore al 20% del reddito mensile, si ha titolo per chiedere l’allungamento della rateizzazione. E per le persone fisiche parliamo di fino a 120 rate mensili in più, ossia fino a ben 10 anni in più concessi dall’amministrazione fiscale.
Per le imprese, a esclusione delle ditte individuali per le quali si applicano le deroghe e gli allungamenti previsti per le persone fisiche, si ha titolo per chiedere una dilazione del pagamento del debito col Fisco se l’importo della rata mensile supera il 10% del valore della produzione. Questo è uguale ai ricavi ordinari meno i costi ordinari della produzione, sostanzialmente si ricava dalla sottrazione della voce B da A, guardando all’ultimo bilancio di esercizio approvato.
L’Agenzia delle Entrate verificherà con un suo funzionario che l’impresa abbia la liquidità sufficiente per pagare le rate, utilizzando un indicatore di liquidità, il quale deve essere compreso tra 0,5 e 1.
Bisogna fare molta attenzione a provvedere al pagamento delle rate, altrimenti si incorre nel rischio di sanzioni, della definitiva interruzione della possibilità di pagare il debito a rate, fino ad arrivare al fermo amministrativo o anche all’ipoteca giudiziale sui propri beni.
Fino al mancato pagameno di 8 rate si rischia essenzialmente di dovere pagare le sanzioni sugli importi non versati, senza incorrere nella revoca della rateizzazione o nel fermo amministrativo o nell’ipoteca dei beni. Raggiunte le 8 rate, anche non consecutive, si decadrà automaticamente dal diritto della rateizzazione e non si potrà più fare nulla per vedersi riassegnata la possibilità di pagare il debito nel tempo.
Quindi, il consiglio è di non sfidare il Fisco e di evitare sempre di non pagare le rate mensili, facendo di tutto per non saltare 8 rate. Prima che si arrivi a una tale situazione, infatti, è conveniente presentarsi dinnanzi al Fisco e chiedere l’allungamento del piano delle rate, che a seconda della situazione sarà concessa in 6 o 10 anni al massimo, ossia le rate vengono allungate fino a 72 o 120 mensilità, a seconda che il debito sia inferiore o superiore alla somma di 50.000 euro.
Ovviamente, se ritenete che la cartella esattoriale di Equitalia sia illegittima potete fare ricorso. Si pensi che oltre un terzo di esse viene giudicato illegittimo al termine del contenzioso fiscale. Tuttavia, guardando le stesse cifre da un’ottica opposta, ne deriva che quasi 2 volte su 3 Equitalia la spunta, per cui evitate di impugnare la cartella, se non siete ragionevolmente convinti di essere dalla parte della ragione. La tecnica dell’impugnazione per allungare i tempi, infatti, non giova al contribuente. Non solo è tenuto a versare almeno un terzo della somma richiesta dall’agente di riscossione prima ancora di procedere con il contenzioso, ma oltre tutto, se l’impugnazione viene respinta, si dovranno pagare le spese legali e gli interessi sulla cartella esattoriale.
Al fine di andare incontro alle richieste dei contribuenti in una fase così difficile per la vita economica dell’Italia, un emendamento alla legge di Stabilità 2015 ha previsto la possibilità di richiedere la rateazione entro il 30 giugno del 2015 (entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto) senza l’obbligo di allegare alcuna documentazione comprovante lo stato di necessità del contribuente.
Il contribuente che si avvale della rateizzazione dovrà provvedere, oltre al pagamento delle rate, anche a quello di un interesse lordo annuo del 3,69%, a decorrere dalla data di notifica della cartella esattoriale, dell’ingiunzione, dell’avviso di accertamento esecutivo o dalla data di definizione dell’accertamento con adesione. Sono esclusi, però, gli interessi di mora, di interessi per ritardata iscrizione a ruolo delle sanzioni, tanto che si è parlato di sanatoria.
La nuova rateazione semplificata dovrebbe trovare applicazione anche in favore dei contribuenti già decaduti dalla rateizzazione di Equitalia, sempre entro i termini previsti dalla legge di Stabilità 2015.
I moduli per la reazione Equitalia sono disponibili in questa pagina sul sito ufficiale, possono quindi essere scaricati e stampati in modo semplice.