Ai giorni di oggi, la carta di credito è sempre più uno strumento di pagamento diffuso per le sue caratteristiche di comodità, nonostante gli italiani continuino ad essere tra i minori utilizzatori, rispetto a paesi come USA, Regno Unito e Francia, dove l’uso della carta di credito è molto più comune.
Si tratta di una tessera con banda magnetica e chip, che ci consente di pagare un conto al ristorante o un acquisto in un negozio, anche online, semplicemente digitando il codice PIN, così come di prelevare denaro in contante presso un ATM. L’operazione non sarà addebitata sul conto corrente collegato all’istante, ma entro i 15 giorni del mese successivo. In altri termini, è come se ricevessimo un credito da parte della banca che ha emesso la carta, da cui il nome.
In ogni caso, il titolare ha sempre il diritto di revocare la carta di credito, quale che ne sia la ragione. Va detto, peer esempio, che il suo mantenimento e uso sono più costosi del caso di una carta bancomat, in quanto qui ci viene concesso un vero e proprio prestito, sotto forma di addebito posticipato dei nostri pagamenti, sul quale si dovranno pagare gli interessi. A ciò aggiungiamo anche il costo relativo al canone annuo, sebbene nel caso di offerte promozionali potrebbe essere basso o nullo, almeno per un certo lasso di tempo o dopo un certo periodo.
Pertanto, potrebbe non risultare conveniente il possesso di una carta di credito, specie se raffrontato con quello di una carta bancomat, a maggior ragione se non ne facciamo un uso tale da giustificarne i costi. Per questo, si potrebbe richiedere la revoca del contratto. A questo punto, i passaggi da effettuare sono molto semplici, ma bisogna avere cura di compierli in modo appropriato e dopo avere letto le condizioni per recedere dal contratto che abbiamo stipulato con l’istituto emittente, da individuarsi sotto la voce “Condizioni di Recesso”.
Quest’ultimo aspetto va osservato con attenzione, per evitare di incorrere in “trappole”, ossia in situazioni, laddove il recesso viene concesso, ma a condizioni penalizzanti.
La procedura da seguire per la disdetta può cambiare a seconda del tipo di carta di credito e quindi il consiglio è sempre quello di contattare prima il servizio clienti. Per esempio, per le carte di credito American Express è necessario seguire la procedura indicata sul sito Disdette.net. Le modalità per revocare una carta di credito sono comunque generalmente due, invio di una lettera raccomandata o invio di una richiesta scritta alla filiale.
Nel primo caso, è necessario inviare la raccomandata alla banca che ha emesso la carta, avendo cura di allegare anche quest’ultima in modo da renderla inutilizzabile. Ciò si ottiene tagliandola diagonalmente in due, lungo la banda magnetica e attraverso il chip, in modo che non possa essere più usata.
Nel caso di richiesta alla propria filiale, sarà necessario recarsi presso l’istituto e chiedere al funzionario di revocare la carta di credito, che provvederà a tagliarla in due nel modo sopra descritto, dopo che il cliente avrà firmato la documentazione attestante la sua volontà di revoca.
Ovviamente, il cliente sarà tenuto al pagamento del canone maturato fino alla revoca effettiva, che scatta fino a due mesi successivi alla data della richiesta. E’ importante, quindi, tenere presente che bisogna chiedere la revoca della carta due mesi prima della data dalla quale vogliamo che il contratto non abbia più efficacia. Questa tempistica è importante ricordarla, in particolare, se vogliamo evitare il rinnovo automatico del contratto alla fine dell’anno. In presenza di un ritardo nella richiesta, il contratto sarebbe rinnovato per altri 12 mesi.
Dunque, il cliente dovrà provvedere al pagamento dei canoni maturati e al contempo di ogni altra spesa a suo carico, come da contratto. Ad esempio, nelle condizioni di recesso dovrà verificare se il rilascio della carta di credito sia stato accompagnato da offerte promozionali, a loro volta legate al mantenimento minimo della carta per un certo periodo di tempo. Ad esempio, supponiamo che il contratto preveda un canone zero per il cliente, a patto che egli mantenga l’uso della carta di credito per almeno 12 mesi. Se il cliente facesse richiesta di revoca dopo – poniamo – 6 mesi, potrebbe essere chiamato a corrispondere alla banca emittente i canoni maturati fino alla data della revoca effettiva, essendo venuto meno al vincolo. Potrebbe essere più opportuno, in alcuni casi, attendere la scadenza naturale del contratto, evitando di sobbarcarsi più spese di quante non se ne evitino con la disdetta.
Qui di seguito vi presentiamo un modello generico di disdetta della carta di credito:
Mittente:
Titolare della Carta (nome, cognome del titolare), nome carta, numero carta (indicare il numero riportato sul fronte della tessera magnetica), scadenza (la data è indicata sul fronte della carta)
Destinatario:
Indirizzo dell’ente emittente (lo trovi sull’estratto conto della carta di credito)
Luogo e data
Oggetto: revoca della carta di credito
Con la presente Vi comunico la mia volontà di revocare la carta di credito di cui sono titolare. Vi chiedo, dunque, il rimborso della quota di canone annuo già pagato in data …., relativo al periodo successivo alla mia revoca, da accreditare sul conto corrente n………., intestato a ……… .
Cordiali Saluti,
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