Capita sempre più spesso di comprare merce di qualsiasi tipo dalla Cina e gli acquisti online stanno aumentando questi casi. Basti pensare al ritiro di un tablet o di uno smartphone. Tuttavia, dovremmo sapere che i pacchi in arrivo da un paese extra UE sono soggetti ai controlli doganali. Generalmente, essi vengono compiuti a campione, ma è evidente che i pacchi in arrivo dalla Cina potrebbero avere maggiori probabilità di essere controllati, visto che si suppone realisticamente che si tratti di acquisti e, pertanto, soggetti ai dazi doganali, ove previsti.
Questi ultimi variano dallo 0 al 7% e si applicano al costo della transazione. Se il pacco riguarda una transazione commerciale, è concessa una franchigia di 22 euro, vale a dire che i dazi non si applicano all’acquisto. Per le spedizioni non commerciali, invece, la franchigia sale a 45 euro. Ad esempio, se un amico mi invia da Pechino una maglietta dal valore commerciale di 30 euro, magari perché risulta firmata da uno sportivo famoso, non essendo a scopo commerciale, la spedizione non sarà soggetta al pagamento del dazio fino ai 45 euro.
Attenzione, il valore commerciale della spedizione potrebbe essere valutato diversamente dagli agenti della dogana, rispetto all’importo indicato nella ricevuta o nello scontrino allegati alla spedizione. Questi farà da riferimento, nei casi in cui dovessero sorgere dubbi sul prezzo reale del bene acquistato o spedito a fini non commerciali, ma non si sostituisce per ciò stesso alle valutazioni doganali. Ad esempio, se gli agenti ritengono che il valore della merce sia superiore a quello indicato, applicheranno i dazi al maggiore valore presumibile della spedizione.
In questo caso, il destinatario della merce sarà contattato dalla dogana, affinché possa fornire una prova del minore valore reale della transazione o spedizione, ad esempio, inviando la ricevuta di pagamento, effettuato anche con Paypal o una carta di credito o di debito. La documentazione potrà essere spedita via email e se i doganieri ritengono che la prova esibita sia accettabile, applicheranno i dazi al valore della spedizione indicato dal destinario. I tempi di evasione sono generalmente di una o due settimane.
Ovviamente, potrebbero decidere di non accettare le prove fornite dal destinatario della merce, ma in quel caso è ammesso il ricorso, anche se si consiglia vivamente di rinunciarvi, nel caso in cui la differenza tra le valutazioni degli agenti della dogana e il valore da voi indicato per la transazione non sia tale da giustificare il dispendio di tempo ed energie.
A volte, come accennavamo sopra, il disguido potrebbe nascere non sulla valutazione della merce, quanto sulla sua classificazione merceologica. Questo, perché a ciascuna classe di merce è applicata una diversa aliquota alla dogana e la differenza potrebbe essere notevole, spaziando dallo 0 al 7%. Anche un bene che consideriamo esentato dai dazi potrebbe, infatti, essere sottoposto ad altra classificazione dagli agenti e, pertanto, subire l’aggravio.
Ad esempio, per una lampada a LED, non esisterebbe un dazio da applicare, ma se l’oggetto venisse classificato come “dispositivo a semi-conduttore, destinato alla fabbricazione di apparecchi per l’illuminazione generale”, sezione 94054039, allora sarà applicato un dazio al 4,7%.
Vediamo adesso nel concreto come viene applicato il dazio e come lo si paga. Ammettiamo che ci spediscano un bene dal valore commerciale di 300 euro dalla Cina. Poniamo anche che il bene sia sottoposto a un dazio del 4%. Quest’ultimo sarà pari a 300 x 0,04 = 12 euro. A questo punto, bisognerà applicare l’IVA per lo stato italiano sui 312 euro della spedizione (quindi, inclusivi del dazio). Per cui, si pagherà il 22% sui 312 euro, ossia 312 x 0,22 = 68,64 euro. A questi si sommeranno i diritti postali, pari a 5,50 euro per gli invii di valore compreso tra i 22 euro e i 350 euro, in relazione alle spedizioni a scopo commerciali. Per le spedizioni non commerciali, i diritti postali si applicano al di sopra dei 45 euro. Per entrambi i tipi di spedizione, poi, i diritti postali salgono a 11 euro per valori superiori ai 350 euro.
Dunque, oltre i 300 euro del prezzo pagato per la merce, dobbiamo tenere in considerazione anche le annesse imposte, dazi e diritti postali, che sommano complessivamente a 86,14 euro, quasi il 29% del valore del bene.
Queste ulteriori spese vanno pagate al corriere o portalettere, al momento della consegna. Fate attenzione ad avere con voi l’esatta somma richiesta, perché generalmente non viene rilasciato il resto.
Da quanto sopra detto, l’unico modo per evitare di pagare il dazio è di tenersi sotto i 22 euro per la merce acquistata o sotto i 45 euro per quella che si riceve a scopi non commerciali (vado in Cina, dimentico un oggetto e mi viene rispedito dall’albergo o da un amico).
Infine, bisogna stare attenti a valutare bene il valore commerciale della merce inviataci dalla Cina, così come bisogna avere cura di conservare le ricevute di pagamento, come prova del reale valore della merce.