In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili su come investire in Inghilterra.
L’Inghilterra è una delle economie più sviluppate del pianeta e meta di lavoratori, imprenditori e finanzieri di ogni angolo del pianeta. Quando parliamo d’Inghilterra, l’immagine che ci viene in mente è di certo Londra, una delle più grandi metropoli al mondo e centro finanziario di primaria importanza. La città ha attratto moltissimi addetti della finanza negli ultimi 30 anni e la conseguenza di questo trend è stato il boom dei prezzi delle case nella capitale inglese. Ebbene, una delle attività maggiormente redditizie per gli investitori stranieri è stata, infatti, a partire dalla metà degli anni Novanta la compravendita nel settore immobiliare.
Rispetto a 20 anni fa, i prezzi medi delle case a Londra sono cresciuti di sei volte e continuano a crescere a due cifre di anno in anno. Attenzione, però, perché chi si volesse buttare in questo business adesso dovrebbe fare i conti con due cose, la prima è il possibile scoppio della bolla immobiliare, dato che i valori non sembrano più sostenibili e i redditi delle famiglie non riescono da tempo a stare loro dietro, la seconda consiste nell’introduzione di possibili controlli da parte delle autorità pubbliche locali, finalizzate a rendere meno conveniente investire nell’acquisto di case, appartamenti e locali commerciali.
Cerchiamo di capire se conviene trasferirsi in Inghilterra per lavoro o per fare impresa. La risposta è positiva, ma dipende molto da cosa si va a fare e dove. Come appena accennato, Londra è una città molto cara e abitarci potrebbe non essere conveniente per un lavoratore non specializzato o comunque a basso reddito. Si consideri, per esempio, che nonostante i redditi siano più elevati che nel resto d’Inghilterra, i prezzi delle case valgono mediamente 14 volte tanto, mentre a Glasgow si ha un rapporto di appena 4. Chi dovesse scommettere sul mercato immobiliare, quindi, dovrebbe preferire una realtà come Glasgow e non quelle costose come Londra.
Sul piano imprenditoriale, l’economia britannica è indubbiamente allettante, godendo di una fiscalità relativamente più leggera che nel resto d’Europa e di una burocrazia molto meno ingombrante che da noi. Esistono diverse forme giuridiche differenti per avviare un’attività. Quelli che da noi sono le partite IVA, per esempio, in Inghilterra si chiamano self employed e per potere operare devono semplicemente rivolgersi all’ufficio per le imposte, HMRC. I redditi sono esentasse fino a 10.600 sterline. Occhio, perché per quanto detto sul costo delle città, non stiamo parlando di grandi cifre.
Se, invece, devi aprire la corrispondente italiana di una srl, magari perché vuoi porre limiti alla responsabilità patrimoniale della tua attività, in Inghilterra devi richiedere un Limited Company, ma l’aspetto più gradevole della vicenda è che, mentre in Italia ti perdi tra notai, camere di commercio e imposte da pagare ancora prima di iniziare, in Inghilterra ti basta tenere in tasca 40 sterline e in pochi minuti hai aperto battenti. Un’altra forma giuridica in vigore è la Partnership, che si ha in presenza di legami tra soci e si configura quale via di mezzo tra un’attività in proprio e una Company. Viene sconsigliata, perché si sarebbe sottoposti a regole più stringenti, quando spesso non ve ne sarebbe bisogno. Infine, agevolazioni fiscali vengono concesse alla cooperativa.
Tornando alla tassazione, non è possibile riassumere molto brevemente, ma possiamo dirvi che in generale paghereste un’aliquota del 20% sui profitti, che peraltro il governo di Londra ha già previsto di ridurre al 17% e forse anche di più. La VAT, che è la nostra IVA, non va versata dall’impresa con un giro di affari inferiore a 81.000 sterline. Solo per volumi superiori si è costretti a farlo. L’accesso al credito bancario è più facile che in Italia, ma in Inghilterra è molto importante la credit story, ovvero i trascorsi del cliente in fatto di finanziamenti e mutui. Se non se ne dispone di alcuna, sarà abbastanza difficile ottenere un prestito, tranne che non si godano adeguate garanzia, come ovunque nel mondo.
Per quanto scritto sopra, vi consigliano di riflettere più di una volta, se avete intenzione di aprire in Inghilterra un’attività votata alle esportazioni verso l’Europa continentale. Non c’è certezza che le imprese britanniche godranno degli stessi diritti attuali anche in futuro e a farne le spese potrebbero essere, in particolare, le attività nel settore finanziario. Infine, un consiglio a chi vorrebbe trasferirvisi solo per lavoro, fatelo se siete in possesso di un titolo di studio abbastanza elevato, altrimenti subirete una dura concorrenza e rischiate di guadagnare poco in relazione ai costi da sostenere.