La Slovacchia è una delle nuove realtà economiche, gode di un’invidiabile stabilità politica e di una tassazione molto bassa, specie se confrontata con quella in vigore in Occidente. Le imposte sui redditi sono al 19% e azzerate sugli utili delle imprese. Di recente, sono state apportate modifiche al sistema di tassazione slovacco, al fine di fronteggiare la crisi delle entrate statali, per cui accanto all’aliquota del 19% per i redditi fino ai 34.500 euro vi è anche un’aliquota del 25% per la fascia di reddito superiore, mentre sugli utili delle imprese si è introdotta un’imposta iniziale del 23%, ma già abbassata al 22% e probabilmente tendente al ribasso nei prossimi anni. Il paese possiede anche una manodopera molto istruita, una rete infrastrutturale sviluppata e risulta essere situato nel cuore dell’Europa, vicino a paesi come Austria, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria.
Non meraviglia, quindi, che l’economia slovacca sia tra le principali destinazioni degli investimenti esteri. Quanto ai settori produttivi, quelli più sviluppati qui sono la meccanica, la chimica, dei materiali elettrici, l’informatica, metalli e beni di consumo.
Dicevamo della tassazione relativamente leggera. Esiste anche l’imposta di registro, che si applica alle operazioni commerciali per volumi superiori ai 40.000 euro nei dodici mesi precedenti. Vigono anche le accise su oli minerali, distillati, liquori, birre, vini, sigarette e sigari. Sono dovute mensilmente con una somma forfetaria, secondo il volume degli acquisti o importazioni.
Sono soggetti al pagamento di una tassa di circolazione anche i veicoli ad uso commerciali. L’importo varia dai 40 ai 200 euro per le vetture a uso privato e da 45 a 2.000 euro per i veicoli commerciali e gli autobus. Pertanto, il sistema fiscale slovacco risulta abbastanza agevole per le attività commerciali.
Nella ricerca annuale Doing Business della Banca Mondiale, la Slovacchia si colloca ai primi posti tra i paesi con la maggiore facilità di registrazione di proprietà e tra quelli con la minore imposizione fiscale sui beni immobili.
La manodopera risulta abbastanza qualificata, ma relativamente a basso costo e questo è un elemento di attrazione per quanti volessero investire in questo paese, specie in campi relativamente innovativi, che altrove richiederebbero il sostenimento di costi per il personale non certamente bassi, mentre qui sembra ancora possibile godere di tutti i benefici possibili. Si consideri che la retribuzione media di un operaio si aggira sugli 850 euro al mese, a cui bisogna aggiungere un 38% per gli oneri a carico del datore di lavoro. In sostanza, con meno di 1.200 euro si ha la possibilità di assumere un lavoratore e con una qualifica alle spalle.
Si consideri che dal 2009 la Slovacchia ha adottato l’Euro. Dopo un periodo di recessione nel 2009, in coincidenza con la crisi internazionale, la crescita è ripartita, anche grazie ai finanziamenti europei. Oggi, le imprese italiane che volessero puntare su questo paese troverebbero opportunità interessanti nel campo della realizzazione di infrastrutture stradali, autostradali, impianti per lo sfruttamento delle energie rinnovabili e lo smaltimento dei rifiuti, macchinari e attrezzature ad alto contenuto tecnologico, tutti settori, dove siamo molto sviluppati anche noi come sistema impresa italiano.
Non esistono problemi a accedere al mercato slovacco, facendo questo parte dell’Unione Europea, per cui un investitore straniero viene trattato formalmente alla pari di uno nazionale. Tale parità di trattamento viene sancita anche dal Codice del Commercio slovacco. L’Italia è il terzo partner commerciale della Slovacchia, dove operano anche colossi come Enel e Maire Tecnimont.
A partire dal 2015 è stata prevista un’imposta sulle licenze. Per le imprese non registrate come contribuenti IVA è pari a 480 euro per un fatturato annuo fino a 500.000 euro, mentre per le imprese contribuenti IVA e fatturato fino a 500.000 euro, il costo è di 960 euro, di 2.880 euro per un fatturato annuo superiore al mezzo milione di euro. Sono escluse dalla tassazione le imprese di nuova costituzione e quelle individuali. Nelle intenzioni del governo di Bratislava, si tratterebbe di una misura una tantum per contrastare l’evasione fiscale. Più che altro, sembra il tentativo di introdurre un sistema impositivo quanto il meno possibile legato agli utili.
Per il contribuente, che non presenta reiteratamente il resoconto di controllo al gestore dell’imposta può essere comminata come sanzione il ritiro della registrazione della Partita IVA. Il resoconto di controllo dovrà essere presentato per la prima volta nel mese di gennaio e entro i termini di scadenza della dichiarazione IVA.
Se, invece, non siete intenzionati a produrre, ma a vendere in Slovacchia, i prodotti su cui dovreste puntare sarebbero i seguenti, abbigliamento, tessile, cosmetici, gioielleria, autoveicoli, rimorchi, macchinari, apparecchiature, componentistica, alimentari e mobili.